Un capitano della guardia francese narra, attraverso una lettera alla sua amata, la tragica ritirata della "Grande Armée" di Napoleone durante l'invasione della Russia che lascerà sul terreno centinaia di migliaia di caduti e, nel farlo, ricorda in particolare uno dei tanti terribili episodi accaduti: una giovanissima contadina russa e i suoi famigliari vengono coinvolti nel drammatico ripiegamento verso il fiume Beresina presi in ostaggio da un gruppo di militi francesi sbandati e l'orrore, quello che mente umana non può nemmeno concepire, non tarderà a manifestarsi oltre ogni limite...
Ecco il breve incipit del racconto presente nell'antologia.
Agli orrori della guerra e a tutte le sue vittime innocenti
Bielorussia, fiume Beresina
30 novembre 1812, primo mattino
Amandine, mia dolce sposa, mio angelo protettore che sin qui ha steso le sue benevole ali sulla mia testa nell’impresa più folle che un condottiero abbia mai concepito, mia consolazione perché ti so al sicuro, lontano da me e da questo inferno bianco che uno per uno ci sta inghiottendo facendoci sparire nel suo manto innevato… Ora e soltanto ora, ho la piena certezza che non ci rivedremo. Non in questa vita, almeno. Vergo di mio pugno quest’ultima lettera finché le dita, ormai deformi e congelate, me lo consentiranno; ultime righe a te, mia amata, come saluto d’addio e confessione di tutto il male che ci ha accompagnato lungo questi terribili mesi. Anche se mai avrai possibilità di leggerle perché andranno perdute insieme al mio corpo, mi è comunque di grande conforto scriverle sapendo che in questo crepuscolo di lucidità potrò chiedere perdono a te e a Dio per essere stato preda di una spirale di assoluta follia.
Superare i propri limiti è possibile, carissima Amandine, ma per poterlo fare bisogna accettare la trasformazione consapevoli di perdere quel residuo di umanità che la guerra ancora ti ha lasciato.
Quel poco che resta della Grande Armée ha varcato la Beresina nella livida alba del 29 Ottobre. Un esercito splendido, il più grande che mai abbia calcato campo di battaglia, partito nell’illusione di orizzonti gloriosi e ora allo sbando totale, ridotto a una disordinata truppa di fantasmi che vagano senza pace.

Mi piace il genere storico, specialmente inerente a questo periodo. Il racconto mi sembra molto originale e ben descritto da questo inizio pubblicato. Vorrei vederne girare di più. Continuerò a seguirti.
RispondiEliminaGrazie dell'apprezzamento, in tutti i miei racconti cerco di mantenere un contesto storico quanto più possibile verosimile al periodo narrato. Io stesso, poi, apprezzo molto il genere storico.
RispondiEliminaChe bella l'immagine! Trovo il suo stile di scrittura molto avvincente, ho letto le Lumache colorate in pochissimi giorni, non riuscivo a staccarmi.
RispondiEliminaCiao Maria Vittoria, direi che il tuo commento è quanto di più bello possa desiderare uno che tenta di fare il mio lavoro! Un grazie di cuore.
Elimina