Innocenza violata


L'innocenza violata:

 perché l'orrore infantile ci colpisce così tanto





 "Cosa c'è di più inquietante di un bambino in pericolo?" Nulla! Domanda alla quale vien facile rispondere anche d'istinto. È il forte contrasto esistente tra l'innocenza e il male a farci vedere come estrema la situazione, ed ecco perché il cliché viene così frequentemente riprodotto, sia nel cinema che in letteratura, utilizzando il meccanismo consolidato come chiave di volta per reggere l'architettura della tensione. C'è qualcosa di profondamente inquietante nel vedere l'orrore che si insinua nel mondo spensierato dell'infanzia. Questo terreno emotivo è proprio quanto ho tentato di esplorare col mio primo thriller, L'ESTATE DELLE LUMACHE COLORATE. Quando ho iniziato a scrivere quel libro, ambientato nelle campagne piemontesi degli anni Settanta, non volevo raccontare solo un mistero ma parlare della perdita dell'innocenza, di quel momento in cui i sei ragazzini protagonisti, ignari di tutto, si scontrano con una realtà brutale e disumana. Un tema ricorrente, dicevamo, nella letteratura e nel cinema, da Stand by Me a IT di Stephen King. L'orrore, vissuto attraverso gli occhi di un bambino, non è solo spaventoso ma anche ingiusto, e proprio questo senso di ingiustizia lo rende ancora più doloroso e memorabile facendoci partecipi. In questo post, esploreremo perché l'orrore infantile ha un impatto così forte su di noi e perché, a volte, i mostri peggiori non sono quelli che si nascondono nell'ombra. 



Ed eccoli i cinque protagonisti che faranno di tutto per tenere salda la loro amicizia e ritrovare Antonia. Da sinistra Luca, il più piccolo con i suoi dodici anni, Sergio l'albino, tredicenne problematico, Carlo quello che si considera il boss della banda, suo fratello Andrea, il più generoso, e in ultimo Max infatuato perso di Antonia e anche il più determinato nel ritrovarla svelando il segreto del bosco di Melina. 


 I bambini come specchio dell'orrore


I bambini non sono solo vittime passive, ma possono diventare il punto di vista attraverso cui viviamo la paura. La loro percezione del mondo è pura e priva di sovrastrutture e ciò rende l'orrore ancora più autentico e brutale. Spesso, poi, il meccanismo di difesa che dovrebbe innescarsi per proteggerli deve anche relazionarsi con il disinteresse o l'incomprensione degli adulti. Fino all'adolescenza il bambino difetta degli strumenti per razionalizzare l'orrore e comprenderlo, è privo dei filtri che noi adulti abbiamo acquisito, vede il mondo  senza capire le sfumature della malvagità. È proprio per questo che quando un bambino affronta un pericolo la sua paura diventa la nostra. Nel mio romanzo, è uno degli aspetti che ho voluto mettere in luce. Alla scomparsa di Antonia, la giovanissima protagonista del thriller, i cinque ragazzini che insieme a lei costituivano la "Banda dei fratelli del bosco", non si limitano a essere vittime o investigatori ma diventano una lente d'ingrandimento attraverso la quale il lettore vive la paura, la confusione e, infine, il trauma di un'esperienza che va oltre la loro comprensione. Nei capolavori prima citati, ITStand by, si evince proprio come, in entrambi i casi, l'orrore non sia solo la creatura mostruosa rappresentata da pagliaccio o il corpo di un ragazzo morto da ritrovare in mezzo ai boschi, ma la sensazione d'impotenza che provano i giovani protagonisti verso l'ignoto, l'idea di dover contare solo su se stessi in un mondo di adulti distratti o incapaci di proteggerli. E questo isolamento, che li rende in qualche modo consapevoli del loro essere individui, è anche ciò che li spinge a legarsi in un'amicizia profonda, unica arma contro il male. La loro innocenza è la loro debolezza, ma la loro unione è la loro forza.


L'inquietante falegnameria all'interno del bosco di Melina dove
 i ragazzini si ritrovavano a giocare



L'orrore che si nasconde dietro l'angolo


La minaccia non proviene sempre da entità soprannaturali, ma può celarsi nella quotidianità. Senza fare spoiler, nel mio romanzo il male è quanto mai tangibile, e un orrore radicato nella realtà è ancora più spaventoso e disturbante perché ci viene proposto dalla società che noi stessi abbiamo creato. Per gli adulti immaginare mostri ultraterreni, fantasmi o creature che si nascondono nel buio non è altrettanto terrorizzante quanto le insidie che possono celarsi dietro la maschera di normalità della vita di tutti i giorni. Nel mio thriller ho voluto esplorare anche questo aspetto. Il male non arriva propriamente dall'oscurità del bosco, da una grotta o da un'entità soprannaturale, ma è incarnato da chi dovrebbe infondere fiducia e dare certezze. Ho scelto di ambientare la storia nel Canavese degli anni Settanta, in una campagna assolata e apparentemente idilliaca. Questo contrasto è stato un elemento cruciale della narrazione. La semplicità del paesaggio, il calore estivo e la spensieratezza dei ragazzini e dei loro giochi nel periodo di vacanze si scontrano con la brutalità di un crimine che già aveva radici profonde e un passato ancora più oscuro. Il vero terrore qui non risiede nel bosco in quanto elemento selvaggio e inesplorato, ma proprio nelle case che abitano, nei luoghi che frequentano, nelle persone fidate, nel mondo che circonda i ragazzini rivelandosi improvvisamente ostile. Questo tipo di orrore, che si annida nella quotidianità e nei luoghi che consideriamo sicuri, ha un impatto profondo sui lettori perché mette in discussione le loro certezze. Non c'è nulla di più spaventoso di un mondo che, all'improvviso, si rivela non essere quello che sembra.


Antonia Mercuri la tredicenne scomparsa nel bosco del Melina



 L'infanzia come metafora della perdita


L'orrore che si abbatte sui bambini può simboleggiare la perdita dell'innocenza, sia per le vittime che per chi le circonda. Nel tentativo di risolvere il mistero e salvare Antonia, la banda di amici finisce col perdere per sempre quella spensieratezza estiva. Questo è un tema universale. Ed ecco che il racconto si trasforma in un viaggio iniziatico che traghetta i protagonisti  dall’infanzia all’adolescenza proprio come abbiamo visto in Stand by me, l'infanzia violata come metafora di un'intera generazione che ha perduto la propria innocenza. Quando ho buttato giù la bozza del romanzo la prima idea che ho provato a sviscerare è stata di sottolineare come il pericolo dovesse venire dalla luce e non viceversa, da persone e luoghi che avrebbero dovuto risultare sicuri. Ho poi descritto la bellezza delle campagne piemontesi ponendola a contrasto con il mistero e l'inquietudine di un probabile crimine avvenuto nel luogo undici anni prima dei fatti narrati, la sparizione di un'altra ragazzina mai più ritrovata. Questo episodio, che ha contribuito a creare la leggenda del bosco di Melina, aleggia greve su tutta la storia creando un'atmosfera di minaccia costante. Sempre senza svelarvi l'arcano e se la conclusione avrà o meno il lieto fine, mi pronuncio convinto che le storie più potenti sono quelle che lasciano un'impronta duratura, che vanno oltre la semplice risoluzione della trama. Vi posso assicurare che al termine del suo percorso L'Estate delle lumache colorate raggiungerà più di una verità, ma il tutto verrà pagato a prezzo altissimo: i miei piccoli protagonisti, o almeno chi fra loro ce la farà,  non torneranno mai più ad essere gli stessi. Questo è il punto cruciale del tema che stiamo esplorando: l'infanzia non è solo il palcoscenico su cui l'orrore si manifesta, ma anche la sua prima e più grande vittima. La perdita dell'innocenza è una ferita che non si rimargina. I bambini protagonisti, una volta scoperta la crudeltà degli adulti, non potranno più guardare il mondo con gli stessi occhi di prima. Molte opere letterarie, da Il signore delle mosche di William Golding a La strada di Cormac McCarthy, usano i bambini per rappresentare la fragilità della speranza in un mondo dark. L'orrore che vivono non è solo evento bensì metafora della fine di un'era, il crollo di un'illusione. La chiosa finale che possa mettere il sigillo a questi spunti è che l'orrore infantile ci colpisce così tanto perché ci ricorda che il male non è un'astrazione, ma una forza che distrugge il bene più prezioso che abbiamo: l'innocenza. 

E per chiudere il cerchio vorrei lasciarvi con una domanda scomoda alla quale non vi sarà facile dare risposta: 

"I mostri peggiori sono quelli che si nascondono nell'ombra, o quelli che incontriamo ogni giorno alla luce del sole?"


Buona lettura a tutti e alla prossima



1977 Borgovecchio, Piemonte. Una ragazzina scomparsa, un tributo di sangue, una banda di  adolescenti convinti di vivere la solita spensierata vacanza tra amori giovanili che sbocciano e gelosie che lasciano il segno… Il bosco di Melina si prepara a svelare il suo segreto durato undici anni: l’uomo nero esiste ed è più spaventoso di ogni leggenda narrata.

Disponibile anche in formato E-Book a euro 4,99, su Amazon e in tutte le librerie online su richiesta. Di seguito il link Amazon.

L'estate delle lumache colorate eBook : Serino, Massimiliano: Amazon.it: Libri

4 commenti:

  1. Bellissimo articolo, molto interessante!

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  2. Come si può vedere dagli ultimi post sto cercando di creare contenuti che possano mixare in maniera equilibrata l'attività di promozione personale insieme ad approfondimenti tecnici e curiosi che ruotano intorno alla letteratura giallo/thriller. Spero siano utili, oltre che di intrattenimento, per tutti gli amanti del genere.

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  3. Ho appena finito di leggere L'estate delle lumache colorate che mi aveva consigliato un'amica lo scorso inverno, mi sono decisa soltanto adesso e devo dire che aveva ragione su tutto, non è solo un bellissimo thriller ma affronta molti temi interessanti come la crescita in età adolescenziale e ha anche qualche risvolto romance che ho molto apprezzato. Il doppio finale è stupendo ma mi ha fatto versare qualche lacrimuccia! Giudizio molto positivo, continuerò a seguirla e mi attendo altri romanzi sul genere!

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    1. Che posso dire se non ringraziare per le belle parole... Questi attestati di stima sono quello per il quale lo scrittore crea e un grande incentivo a fare sempre meglio mantenendo alto il livello delle storie. Grazie di cuore.

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