La storia perduta

 

Quando la Storia non è nei libri 

Un episodio storico poco noto che ha ispirato un racconto


Quando scrivo un romanzo che poggia su di un preciso contesto storico, non cerco di insegnare ma rievocare immaginando ciò che è stato dimenticato. O semplicemente trascurato. Un dialogo tra due contadini durante l’Unità d’Italia. Una lettera mai spedita durante la guerra. Una donna che ha aspettato un marito che non è mai tornato, e nessuno ha mai saputo perché. Frammenti. E questi frammenti non li trovo nei libri. Li trovo setacciando quella zona di confine nella quale solitamente non ci si avventura. Nei racconti tramandati a voce. Nei silenzi delle fotografie in bianco e nero. Nei dettagli che la Storia scritta emargina perché non determinanti rispetto alla narrazione del fatto principale, del cambiamento epocale. Ma sono ritagli di verità. A questo punto il mio compito è di scavare nel terreno da tutti conosciuto facendo affiorare quella vicenda perduta e insignificante che può narrare la storia in un altro modo: con la voce dei comprimari.

La Storia che mi interessa, dunque, non è solo quella fatta di date, trattati, confini e grandi personaggi, ma soprattutto quella che si è persa tra le pieghe della quotidianità, quella che non ha lasciato traccia nei documenti ufficiali ma ha cambiato la vita di chi l’ha vissuta. È fatta di sguardi, di silenzi, di gesti che nessuno ha annotato. Piccoli episodi che hanno segnato l'orrore seminando una dolorosa scia di ricordi in chi è rimasto o lasciato misteri insoluti.

❄️ Corri Devochka, corri...

🔍 La letteratura come “archeologia dell’anima”,

scavare nel dolore per restituire dignità.

Molti episodi storici non sono stati dimenticati ma semplicemente rimossi. La letteratura può diventare uno strumento per riportare alla luce ciò che è stato censurato, ignorato o considerato troppo scomodo. Uno dei racconti più disturbanti di Favole Inquiete nasce proprio dall'aver voluto rievocare il singolo orrore di una vicenda di contorno, avvenuto durante la ritirata napoleonica del 1812 sul fiume Beresina. La campagna di Russia è stata raccontata in mille modi: la neve, la fame, il gelo, la disfatta della "Grande Armata" napoleonica. Ma tra le pieghe di quella tragedia si nascondono episodi che la storiografia ufficiale ha preferito ignorare.

Un piccolo gruppo di sei soldati francesi allo stremo delle forze, isolati e affamati, si rifugia in una casa di contadini russi alla ricerca di provviste, ma la tragedia incombe e la fame è più forte della pietà. Due sorelle e la loro nonna vengono brutalmente uccise e, nonostante l'intervento del loro ufficiale, i soldati si cibano del cadavere della più giovane. Durante il tentativo di varcare la Beresina per ricongiungersi al resto dell'esercito in ritirata, il gruppetto di disperati si ritroverà alle prese con lo spettro della sorella maggiore che si manifesta in cerca di vendetta. Riusciranno a cavarsela e tornare in Francia inseguiti dalla cavalleria cosacca e tormentati dallo spettro vendicativo? 

Questa la mini sinossi del racconto. L'elemento soprannaturale utilizzato come vendetta della memoria. In "Corri Devochka, corri...", lo spettro della ragazza non è solo una figura horror: è la personificazione della giustizia negata. Un tema, questo, che possiamo ritrovare in altre opere dove il sovrannaturale è il mezzo attraverso cui la Storia si vendica. Ad esempio Il fantasma di Canterville di Wilde (usato in chiave ironica, ma simbolica); oppure Il monaco di Lewis, dove la colpa genera apparizioni; o ancora ne Il villaggio dei dannati, per sconfinare nel cinema, dove l’innocenza si trasforma in minaccia.

Immagine Ai tratta dal racconto "Corri Devochka, corri..."


🧠 Il metodo creativo: 
dalla cronaca alla favola nera

Come dicevo, non ho trovato questo episodio nei libri ufficiali. La ricerca va fatta nelle note a margine, in un diario di guerra, in un saggio dimenticato. Ma più che la fonte, è il metodo che conta. Quando lavoro su un racconto storico, cerco:

  • Fonti marginali: lettere private, testimonianze orali, archivi locali, articoli di giornale dell’epoca.

  • Dettagli trascurati: un nome, un oggetto, una frase che non torna.

  • Atmosfera: il clima, il silenzio, la paura. Non solo i fatti, ma il modo in cui sono stati vissuti.

Scrivere il passato non è solo ricostruire. È evocare.

📚Fonti alternative per la ricerca di storie dimenticate possono essere:
  • Archivi militari e giudiziari (atti di processi, verbali di interrogatori)
  • Giornali locali dell’epoca (spesso più crudi e meno censurati)
  • Raccolte di folklore e superstizione (es. Leggende delle Alpi, Fiabe russe, Storie di streghe italiane...)
  • Testimonianze orali e interviste a discendenti (soprattutto in paesi dell’Est o zone rurali italiane)

Fasi narrative:

Scoperta: un dettaglio storico che colpisce

Distorsione: l’elemento che trasforma la cronaca in mito

Simbolizzazione: il gesto, l’oggetto, il colore che diventa chiave

Rivelazione: il momento in cui il lettore capisce che la storia è universale

🧭Ecco alcuni episodi storici poco noti che sarebbero perfetti da trasformare in racconto: 

 Episodi               
  • Le streghe di Triora   1587


 
      Spunto narrativo

 Processo italiano con elementi misogini e rituali

  • La “maledizione” del reggimento di Savoia
1745 Un intero reparto sterminato in circostanze misteriose
  • Il caso di Kaspar Hauser
1828 Un ragazzo apparso dal nulla,  forse vittima di esperimenti
  • Il massacro di Pontelandolfo
1861 Vendetta post-unitaria, con donne e bambini trucidati
  • Le streghe di Zugarramurdi
1610 Processo spagnolo con elementi rituali e visioni
  • Il treno fantasma di Auschwitz
1944 Un convoglio scomparso, mai arrivato a destinazione
  • Il mistero del monastero di Montebello
1943 Monache scomparse, voci di rituali e apparizioni


🎬 Cinema e letteratura alleati della memoria

Cinema e narrativa hanno il potere di “riscrivere” la Storia, non per falsificarla, ma per renderla emotivamente accessibile. Mi ispiro spesso al cinema che sa evocare il non detto: 

  • Il Tamburo di Latta di Volker Schlöndorff

  • Requiem per un massacro di Elem Klimov

  • Il Pianista di Roman Polanski

  • Come e perché uccidere un ufficiale di Andrzej Wajda

  • La ballata di Narayama di Imamura

E alla letteratura che trasforma la Storia in mito:

  • Il Maestro e Margherita di Bulgakov

  • La Storia di Elsa Morante

  • Le Benevole di Jonathan Littell

  • Il nemico di Davide Enia

  • La trilogia della città di K. di Agota Kristof


Ogni racconto è una soglia, una forma di giustizia. Ogni parola, se scritta con rispetto, può diventare memoria. E Favole Inquiete è stato il mio modo di dare voce a chi non ha mai potuto parlare. Perché la letteratura non è solo invenzione. È ascolto. È restituzione.


“Ogni parola è un passo. Grazie per aver camminato con me tra queste righe.  

  Ma le storie non finiscono, cambiano voce e interpreti e aspettano solo di essere ascoltate.”


Massimiliano Serino

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