Quando la Storia non è nei libri
Un episodio storico poco noto che ha ispirato un racconto
Quando scrivo un romanzo che poggia su di un preciso contesto storico, non cerco di insegnare ma rievocare immaginando ciò che è stato dimenticato. O semplicemente trascurato. Un dialogo tra due contadini durante l’Unità d’Italia. Una lettera mai spedita durante la guerra. Una donna che ha aspettato un marito che non è mai tornato, e nessuno ha mai saputo perché. Frammenti. E questi frammenti non li trovo nei libri. Li trovo setacciando quella zona di confine nella quale solitamente non ci si avventura. Nei racconti tramandati a voce. Nei silenzi delle fotografie in bianco e nero. Nei dettagli che la Storia scritta emargina perché non determinanti rispetto alla narrazione del fatto principale, del cambiamento epocale. Ma sono ritagli di verità. A questo punto il mio compito è di scavare nel terreno da tutti conosciuto facendo affiorare quella vicenda perduta e insignificante che può narrare la storia in un altro modo: con la voce dei comprimari.
La Storia che mi interessa, dunque, non è solo quella fatta di date, trattati, confini e grandi personaggi, ma soprattutto quella che si è persa tra le pieghe della quotidianità, quella che non ha lasciato traccia nei documenti ufficiali ma ha cambiato la vita di chi l’ha vissuta. È fatta di sguardi, di silenzi, di gesti che nessuno ha annotato. Piccoli episodi che hanno segnato l'orrore seminando una dolorosa scia di ricordi in chi è rimasto o lasciato misteri insoluti.
❄️ Corri Devochka, corri...
🔍 La letteratura come “archeologia dell’anima”,
scavare nel dolore per restituire dignità.
Un piccolo gruppo di sei soldati francesi allo stremo delle forze, isolati e affamati, si rifugia in una casa di contadini russi alla ricerca di provviste, ma la tragedia incombe e la fame è più forte della pietà. Due sorelle e la loro nonna vengono brutalmente uccise e, nonostante l'intervento del loro ufficiale, i soldati si cibano del cadavere della più giovane. Durante il tentativo di varcare la Beresina per ricongiungersi al resto dell'esercito in ritirata, il gruppetto di disperati si ritroverà alle prese con lo spettro della sorella maggiore che si manifesta in cerca di vendetta. Riusciranno a cavarsela e tornare in Francia inseguiti dalla cavalleria cosacca e tormentati dallo spettro vendicativo?
Questa la mini sinossi del racconto. L'elemento soprannaturale utilizzato come vendetta della memoria. In "Corri Devochka, corri...", lo spettro della ragazza non è solo una figura horror: è la personificazione della giustizia negata. Un tema, questo, che possiamo ritrovare in altre opere dove il sovrannaturale è il mezzo attraverso cui la Storia si vendica. Ad esempio Il fantasma di Canterville di Wilde (usato in chiave ironica, ma simbolica); oppure Il monaco di Lewis, dove la colpa genera apparizioni; o ancora ne Il villaggio dei dannati, per sconfinare nel cinema, dove l’innocenza si trasforma in minaccia.
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| Immagine Ai tratta dal racconto "Corri Devochka, corri..." |
Come dicevo, non ho trovato questo episodio nei libri ufficiali. La ricerca va fatta nelle note a margine, in un diario di guerra, in un saggio dimenticato. Ma più che la fonte, è il metodo che conta. Quando lavoro su un racconto storico, cerco:
Fonti marginali: lettere private, testimonianze orali, archivi locali, articoli di giornale dell’epoca.
Dettagli trascurati: un nome, un oggetto, una frase che non torna.
Atmosfera: il clima, il silenzio, la paura. Non solo i fatti, ma il modo in cui sono stati vissuti.
Scrivere il passato non è solo ricostruire. È evocare.
- Archivi militari e giudiziari (atti di processi, verbali di interrogatori)
- Giornali locali dell’epoca (spesso più crudi e meno censurati)
- Raccolte di folklore e superstizione (es. Leggende delle Alpi, Fiabe russe, Storie di streghe italiane...)
- Testimonianze orali e interviste a discendenti (soprattutto in paesi dell’Est o zone rurali italiane)
Episodi
| Spunto narrativo Processo italiano con elementi misogini e rituali | |
|---|---|---|
| 1745 | Un intero reparto sterminato in circostanze misteriose |
| 1828 | Un ragazzo apparso dal nulla, forse vittima di esperimenti |
| 1861 | Vendetta post-unitaria, con donne e bambini trucidati |
| 1610 | Processo spagnolo con elementi rituali e visioni |
| 1944 | Un convoglio scomparso, mai arrivato a destinazione |
| 1943 | Monache scomparse, voci di rituali e apparizioni |
🎬 Cinema e letteratura alleati della memoria
Cinema e narrativa hanno il potere di “riscrivere” la Storia, non per falsificarla, ma per renderla emotivamente accessibile. Mi ispiro spesso al cinema che sa evocare il non detto:
Il Tamburo di Latta di Volker Schlöndorff
Requiem per un massacro di Elem Klimov
Il Pianista di Roman Polanski
Come e perché uccidere un ufficiale di Andrzej Wajda
La ballata di Narayama di Imamura
E alla letteratura che trasforma la Storia in mito:
Il Maestro e Margherita di Bulgakov
La Storia di Elsa Morante
Le Benevole di Jonathan Littell
Il nemico di Davide Enia
La trilogia della città di K. di Agota Kristof
“Ogni parola è un passo. Grazie per aver camminato con me tra queste righe.
Ma le storie non finiscono, cambiano voce e interpreti e aspettano solo di essere ascoltate.”



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