Dietro le quinte di “Favole inquiete”

Dietro le quinte di “Favole inquiete” 

Racconto del processo di selezione e revisione dei racconti premiati. 


“Tra le pieghe di ogni favola… c’è qualcosa che non vuole essere raccontato."




Dal racconto "Mostri"

Venti racconti. Venti incubi. Venti pieghe dell’anima che non offrono consolazione. 

Si avvicina a grandi passi il momento della premiazione all'Argentario 2025 come miglior raccolta di racconti dell'anno, momento perfetto per dedicare un post a genesi e sviluppo di questo libro che ha indubbiamente segnato la mia carriera d'autore.


Viaggio emotivo e letterario di venti racconti premiati 


Favole inquiete non nasce come libro. Ogni racconto incluso nell’antologia ha vissuto di vita propria come finalista o vincitore in un concorso letterario. 

Ma non è nemmeno questo che li unisce. È il tono, la presentazione di una raccolta di voci che parlano lo stesso linguaggio. L’inquietudine. La domanda che resta sospesa dopo l’ultima riga. Quando ho deciso di raccoglierli, mi sono chiesto: quali sono le storie che ho scritto che meritano di stare insieme? Non volevo solo premiare i testi più riusciti. Volevo creare un filo invisibile, un percorso emotivo. Così ho riletto tutto per giorni. Ho scartato racconti che, pur premiati, non presentassero gli stessi contenuti forti, emozionali. Ho scelto quelli che, messi uno accanto all’altro, sembravano specchiarsi mettendo in risalto tematiche importanti, pur in contesti completamente differenti. Quelli che condividevano una tensione, una crepa, un sussurro. E anche la revisione è stata un fine lavoro di cesello. Non ho cercato uniformità stilistica, ma coerenza emotiva all'interno del filone thriller. Alcuni racconti sono brevi come un respiro, altri più articolati, ma in tutti aleggia una tensione sotterranea, un disagio che non si risolve, un finale che non consola e spinge alla riflessione. 

La selezione, poi, è stata un vero e proprio atto di ascolto. Ogni racconto era chiamato a vibrare con gli altri, non a brillare da solo. Alcuni testi sono stati parzialmente riscritti, altri appena limati. E anche qui il criterio non è mai stato soltanto tecnico, forma e stile sono importanti ma il lettore voltando pagina doveva sentire un’onda crescente che lo attraversava sospingendolo alla ricerca del finale come una boccata di ossigeno necessaria.

Dal racconto: "Corri, Devocka, corri..."

📖 Il titolo: una lieta consuetudine

Come in molti dei miei testi, è giunto senza bisogno di ricercarlo. Il primo pensato è subito sembrato calzare a pennello. Doveva esserci impatto, definizione e soprattutto verità. E la verità è che queste non sono certo favole per dormire. Sono favole che disturbano, lasciano un’eco. Favole che parlano di solitudine, follia, guerra, dolore psichico, violenza, discriminazione, persino genocidio. Argomenti forti, scomodi. Scriverli per esorcizzarli, leggerli per stimolare pensieri, fissare memoria, trovare la strada per uscire da abissi che ci portiamo dietro quotidianamente da generazioni come pesante eredità.

Dal racconto: "La bambina dal mantello di porpora"


La pubblicazione: un libro predestinato

Rupe Mutevole, la mia casa editrice, ha creduto da subito nel progetto. Ha rispettato il ritmo, il tono, la struttura. E quando ha approvato con solo pochi ritocchi la copertina che avevo creato personalmente ho capito che il libro sarebbe stato esattamente come lo avevo immaginato. Anche sul discorso dei concorsi c'è stato accordo totale: pochi ma buoni e soprattutto significativi. Inutile dire che i risultati sono arrivati. Un predestinato. Al di là delle mie più rosee previsioni. 



Dal racconto: "Favola nera"

Favole inquiete è stato il mio modo di dire che anche il breve può essere profondo. Che anche il frammento può contenere un mondo. E che, a volte, un racconto di poche pagine può fare più rumore di un  romanzo intero.



Lo avete accolto bene soprattutto voi lettori oltre che la critica, i premi vinti dalla raccolta costituiscono un plus ma alla fine quello che un autore ritiene fondamentale è il giudizio del pubblico. Non mi resta che dirvi grazie.


Nel prossimo post parleremo di: "L'Ombra sulla Pagina: Viaggio nell'Horror e nel Soprannaturale"



“Ogni parola è un passo. Grazie per aver camminato con me tra queste righe.  

  Ma le storie non finiscono, cambiano voce e interpreti e aspettano solo di essere ascoltate.”


Massimiliano Serino

3 commenti:

  1. Io l'ho letto da poco sotto consiglio di un amico e l'ho trovato stupendo! Continua così, seguirò i tuoi prossimi capolavori.
    Nel mentre, ne consiglio la lettura a tutti. Soprattutto in questo periodo, con halloween che si avvicina... É perfetto!

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    1. Grazie del tuo giudizio. Devo dire che il libro è stato accolto davvero con grande calore da chi lo ha letto, critica e pubblico per una volta uniti a testimonianza del buon lavoro fatto. Ultimo riconoscimento, il Premio Caravaggio all'Argentario 2025, mi ha regalato una gioia immensa, per le prossime letture non dovrai attendere troppo perché ci sono in arrivo almeno due grosse novità che spero possano conquistare gli amanti del brivido confezionato in un solido contesto storico. A presto.

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  2. È la prima volta che scrivo in un blog, volevo farti i complimenti perché mi è piaciuto tutto tantissimo, specialmente queste curiosità che ci sono legate alla scrittura e ai film. Continua così per favore, grazie!!!!!!

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