Di terrore, di mistero e di altri racconti...

 

"Di terrore, di mistero e di altri racconti"


Nella Milano di fine ‘600 sotto la dominazione spagnola, omicidi inspiegabili di donne conducono a uno dei primi serial killer della storia; dopo oltre trecento anni, nello stesso luogo un racconto e una presenza inquietante che appare a un restauratore nella chiesa di San Bernardino alle Ossa chiudono il cerchio di una leggenda.
Tre segmenti temporali legati al sangue di una bambina si incastrano nei secoli in un intricato gioco di scatole cinesi...




Giunge inaspettato ma con immensa gioia un altro riconoscimento letterario nel concorso calabro "Di terrore, di mistero e di altri racconti - I Edizione",  incentrato, come da titolo, sul genere che più mi appassiona in questo inizio percorso autoriale. Menzione d'onore che investe il racconto "Scatole cinesi", thriller shakerato di paranormale con il risultato di un cocktail irresistibile sia per intreccio, che si dipana su tre linee temporali, che per  profondità dei personaggi, Nina, la piccola protagonista su tutti.

La piccola Nina vi condurrà per mano nel complicato intreccio di scatole cinesi


Un brano tratto dal racconto lungo "Scatole cinesi"


Nina si guarda intorno. Come ali di corvo lo sguardo volteggia librandosi tra le pareti della cappella, i suoi occhi, neri e profondi, si posano rapidamente all’interno di anfratti, su nicchie e cornicioni, su porte e pilastri… E ovunque è morte. Teschi e ossa, disposti con macabro gusto barocco, ricoprono quasi interamente la cappella e partendo dal basso si arrampicano in una bizzarra scalata verso l’affresco che chiude la volta. Centinaia di orbite vuote imprigionate dietro le fitte reti di metallo che le contengono paiono osservare i visitatori. 
Leggendo l’espressione assorta della piccola l’uomo teme di averla impressionata e tenta di rimediare:
«Scusami, forse nemmeno ti eri resa conto del luogo e sono io ad averti preoccupato. È un ossario, sono conservati resti di persone vissute tanti secoli fa, non c’è da aver paura ma può fare impressione a una bambina piccola come te.» 
«Perché dovrebbe, ora stanno molto meglio di quando erano malati.»
L’uomo resta interdetto e per un attimo gli manca la parola per replicare.
«Come… Come hai detto?»




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