Cinema & letteratura un binomio vincente



Cinema e letteratura: due facce della stessa medaglia




 

"Quando pensiamo a un grande thriller, ci viene in mente prima un film o un libro? E chi ha ispirato chi?"


L'influenza dei libri sul cinema: dai classici ai contemporanei

L'obiettivo primario di uno scrittore è che voi possiate "vedere" la storia, che l'atmosfera vi entri nelle ossa. Parto da questo presupposto per il post odierno approfittando di un altro bellissimo traguardo raggiunto dall'antologia "FAVOLE INQUIETE". Come vedete dall'immagine di apertura abbiamo voluto, in accordi con l'editore e dato il particolare taglio cinematografico dei racconti, partecipare al concorso del Voghera Film Festival "PREMIO IRIA - IL LIBRO DIETRO AL FILM", e per quanto riguarda la categoria libri editi posso già annunciare di essere giunto tra i finalisti della manifestazione. Per un accanito cinefilo un risultato davvero importante.    

Da quando il cinema esiste la letteratura ha fornito  non solo le storie, ma anche un linguaggio visivo e narrativo, gettando le basi per autentici capolavori finiti poi sul grande schermo. E nel genere Giallo/thriller ne abbiamo ottimi esempi. Per fare un salto nel passato, romanzieri come Raymond Chandler e Dashiell Hammett, grandi autori che hanno plasmato il noir e il giallo, non sono soltanto gli architetti di trame intricate ma i creatori di veri e propri mondi con detective cinici, femme fatale e atmosfere cupe. "Il grande sonno" (The Big Sleep scritto da Chandler), adattato in un film iconico da Howard Hawks con Humphrey Bogart nel ruolo di Philip Marlowe; oppure "Il mistero del falco" (The Maltese Falcon di Hammett), altro caposaldo del noir cinematografico diretto da John Huston, sono soltanto due tra gli infiniti esempi che si potrebbero citare. Per venire a qualcosa di più recente, Dennis Lehane ne incarna l'esempio perfetto. Grazie alla sua capacità di esplorare le profondità psicologiche nel thriller i suoi romanzi hanno letteralmente conquistato la "settima arte": Mystic River, Gone Baby Gone e Shutter Island, sono diventati film di successo diretti da registi del calibro di Clint Eastwood e Martin Scorsese. Un Altro esempio fresco è "La ragazza del treno" (The Girl on the Train, 2015) dell'autrice britannica Paula Hawkins, trasformato poi nella versione cinematografica nel 2016 dal regista Tate Taylor, con l'interpretazione dell'attrice Emily Blunt. In questo romanzo la protagonista, Rachel Watson, è una narratrice inaffidabile e alcolizzata, un tipo di personaggio che, pur non essendo nuovo, è stato reso mainstream dal successo del libro. Il film ha saputo determinare visivamente lo stato confusionale della protagonista, usando flashback e una fotografia cupa per immergere lo spettatore nella sua mente distorta. L'enorme successo del film ha consolidato il genere del domestic noir influenzando altri autori a esplorare dinamiche familiari e psicologiche contorte. Anche "La donna alla finestra" di A. J. Finn (The Woman in the Window, 2018) omaggio evidente a Hitchcock e al suo film La finestra sul cortile, dopo essere stato fenomeno editoriale ha dominato classifiche e  palinsesti su Netflix con una trama palpitante interamente costruita sulla prospettiva distorta della protagonista. In questo caso, senza il clamore della sala cinematografica, ha trovato un pubblico enorme grazie al potere dello streaming di portare storie di successo a una platea vastissima.


Quando è il cinema a ispirare la letteratura

Un altro aspetto interessante e meno scontato da esaminare ci dice che l'influenza non è proprio a senso unico. Anche il cinema, infatti, ha introdotto un ritmo, un'estetica e un modo di raccontare che gli scrittori hanno poi assorbito. Nell'ultimo trentennio suspence e ritmo hanno sicuramente influenzato gli scrittori moderni attraverso il montaggio, la colonna sonora e la capacità di creare la tensione visiva del cinema. Molti thriller contemporanei hanno un ritmo più serrato, fatto di scene brevi e cliffhanger frequenti, che ricordano un film. Pensiamo ad esempio a quanto il Blade Runner di Ridley Scott, seppur liberamente ispirato al romanzo "Il cacciatore di androidi" (Do Androids Dream of Electric Sheep?) di Philip K. Dick del 1968, abbia ispirato una nuova generazione di scrittori a creare il neo-noir, con le sue città illuminate al neon, atmosfere distopiche e  mondi narrativi sempre più visivi e stilizzati.




Pregi e difetti: la grande differenza tra parole e immagini


I pregi del libro


Profondità psicologica: I libri possono esplorare i pensieri e le motivazioni dei personaggi con una precisione che il cinema non può eguagliare. Il lettore vive la storia dall'interno, nella mente del protagonista.

Dettagli e atmosfera: Uno scrittore può descrivere un'atmosfera, un odore, una sensazione o un luogo con una ricchezza di dettagli che richiede tempo e che al cinema potrebbe rallentare l'azione.

Stimolare la fantasia: Questo è forse il punto focale nel quale tutti ci troviamo d'accordo, la lettura ci costringe ad immaginare la scena, a ricrearla visivamente nella testa. E questo esercizio è di grande aiuto per la nostra mente ingabbiata nel quotidiano che le permette di spaziare verso nuovi orizzonti. 


I pregi del cinema


Impatto visivo e sonoro: Il cinema comunica emozioni in modo immediato. Viviamo nell'epoca dell'immagine e un'inquadratura, un'espressione, una colonna sonora possono creare ansia o sorpresa istantanee. L'azione in un inseguimento, per esempio, è molto più diretta e avvincente sullo schermo di quanto possa esserlo su carta.

Ritmo e tensione: Un bravo regista può gestire il ritmo in modo magistrale, usando il montaggio per accelerare o rallentare la tensione, costruendo la suspense in modo viscerale.


La mia esperienza personale

Scrivere un thriller è come essere un regista senza telecamera. Devo usare le parole al posto delle inquadrature, il ritmo delle frasi come fosse un montaggio, e la trama come una sceneggiatura senza limiti di budget. Ma la differenza più grande è che il mio film, alla fine, si svolge nella vostra testa. Altro punto è che quando un regista deve adattare un libro, è costretto a fare delle scelte: cosa tagliare, cosa enfatizzare, come rendere visiva una tensione che nel libro era tutta interiore. Come autore sono convinto che la mia forza sia proprio lì, nel poter entrare nella mente dei miei personaggi senza vincoli e posso quindi affermare senza incertezze che il potere della parola rimanga ineguagliabile nel costruire il mondo interiore. Al cinema riconosco invece un potere immediato che indubbiamente mi affascina: nulla può eguagliare il salto sul divano che un buon jump scare sa regalare; da scrittore e appassionato cinefilo ho comunque il grande vantaggio di ricercare questo mix apprezzabile fra la profondità dei personaggi che solo la pagina può dare con la tensione viscerale che ho imparato ad amare sul grande schermo.


In conclusione, cinema e libri non come nemici ma alleati. Entrambi arricchiscono il genere, ognuno a modo suo. Sia che si tratti di un giallo classico, un noir disperato o un thriller psicologico che vi fa dubitare di tutto, il nostro genere vive di tensione, di segreti e di rivelazioni. La letteratura ha creato i personaggi, i tropes e le atmosfere che il cinema ha poi reso immortali restituendo in cambio un ritmo e un'estetica che oggi ritroviamo sulle pagine dei nostri libri. Chi ne esce vincitore? Tutti noi, amanti del mistero e dell'adrenalina.


E voi, cosa preferite? Un libro che vi tenga svegli tutta la notte o un film che vi faccia saltare sulla sedia? Qual è un thriller che di recente avete letto e di cui vorreste vedere un film? E, al contrario, quale film meriterebbe una trasposizione letteraria, magari con più dettagli e retroscena? Se avete voglia fatemelo sapere nei commenti! 

Alla prossima chiacchierata e buone letture!

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